Palazzo Bevilacqua Lazise (Verona)

Descrizione

Di antica proprietà della nobile famiglia Bevilacqua Lazise come dimostra la ricerca d’archivio e lo stemma presente su un fronte del palazzo, l’edificio si articola in un primo corpo di fabbrica con il fronte prospiciente via Oberdan ed un secondo più arretrato. Il fronte principale si articola su tre piani. Al piano terra vi sono due finestre con cornice in pietra e due archi. Il piano nobile è scandito da due finestre neo-rinascimentali a tutto sesto con incorniciatura in tufo ed una terza con balcone che si presume sia stata trasformata da finestra a porta finestra nel corso dell’ottocento per poter accedere ad un balcone, in pietra locale, sostenuto da mensoloni settecenteschi e racchiuso da una balaustra di gusto neo-rinascimentale.
Il fronte non doveva presentarsi molto diverso nel cinquecento, infatti emerge il fregio decorativo sottogrondale che corre lungo il perimetro dell’edificio composto da una successione di riquadri che ripropongono busti di personaggi illustri dell’antichità da Cicerone a Catullo, Virgilio e Omero.
Al di sopra di detto fregio spicca l’altana con due archi verso via Oberdan e quattro verso il prospetto interno.
L’analisi della struttura muraria ci permette di effettuare alcune considerazioni; sembra possibile ipotizzare la presenza di un corpo di fabbrica di origine trecentesca identificabile con parte dell’attuale fronte principale che si articolava su tre piani la cui facciata terminava nell’angolo di inclinazione dell’attuale fronte nel punto in cui è emersa, sia nella parte interna che esterna, la muratura angolare. Inoltre le aperture erano distribuite ad una quota più bassa delle attuali, come è visibile dai frammenti d’arco venuti alla luce sulla facciata e nella parte interna dell’edificio in cui una serie di porte lungo il muro trecentesco di delimitazione, successivamente tamponate, ci danno conferma della datazione di questo primo corpo. Nel corso del cinquecento sono stati effettuati degli interventi che hanno modificato la pianta del fabbricato che quindi perde quella connotazione trecentesca con l’inserimento della scala interna che fa da ponte d’unione con l’edificio retrostante realizzato su un’altra probabile preesistenza. E’ proprio in questo contesto di lavori cinquecenteschi che è stata realizzata anche l’altana.
La lettura delle diverse epoche di realizzo degli affreschi all’interno del palazzo di diverse datazioni ci da conferma di quanto sopra.

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